01 Gennaio 2023
by Rosanna
"L'anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?...Sarà come gli uomini lo faranno."
I ricordi vanno a tempi lontani, al mio borgo vivo e vivace.
Suonavano le Campane a festa, la piazza gremita, le ultime compere, nei piccoli negozi che, eccezionalmente, avrebbero chiuso a notte tarda per rimanere così fino al 2 gennaio. E gli auguri sussurrati dagli uomini, unici delegati a questo compito.
Le donne no. Loro compito organizzare l'uscita di primo mattino, a capodanno, dei giovani di casa.
Era una vera e propria missione: raggiungere le case più lontane, dove arrivare primi, per augurare un anno buono. E si veniva accolti con calore , con la gioia del cuore di che aspetta e crede in tale visita portafortuna. Il premio era gradito, qualunque fosse, ricevuto con lo stesso stile di chi offriva.
Erano i tempi della semplicità, della spontaneità e in molte case si ammirava il piccolo Presepe negli angoli più impensati della casa.
In tutte le case di campagna ad accogliere il visitatore era il più anziano, seduto sulla vecchia poltrona, oppure accompagnato dal nipote a ricevere gli auguri che stava aspettando per dare poi alla massaia il via alla donazione: noci, nocciole, fichi seccati, mele.... Qualche soldino e tanto affetto.
Non ho nostalgia di questa società di stampo maschilista, mi piace dove e come vivo. Apprezzo il progresso, indietro no, ma di quel mondo rimpiango atteggiamenti propositivi, pazienza, il limite nelle pretese... Se oggi possiamo anche noi fare gli auguri, siano questa e tutte le nostre conquiste utili a far crescere e migliorare il nostro tempo, adesso un po' sottotono.
Buon anno.
14 Ottobre 2022
by Rosanna
Condivido pienamente il disappunto di chi lamenta un trattamento poco cortese di qualche pur se raro sanitario.
Capisco che sia stato un periodo pieno e faticoso ma se penso alle difficoltà dei medici in guerra, nei paesi sottosviluppati, non sono poi tanto comprensiva. Entrare in un ambulatorio, trovare poca accoglienza e sentirsi un peso può solo appesantire un fardello di paura e preoccupazioni.Già si entra traumatizzati, nel mio caso per incompetenza, in altri per cercare risposte o conferme ai propri dubbi e rapportarsi a chi smanetta col cellulare e se risponde lo fa con presupponenza e poco garbo fa male. Peggio poi sentire che “la sanità fa schifo”…
Non mi pare saggio sputare nel piatto dove si mangia, e, mi viene da pensare , come si mangia! Perchè se la scuola la fanno i docenti... la sanità la devono fare i dottori. Poiché hanno giurato fedeltà ad Ippocrate, fedeli devono essere.
Massima considerazione per chi si prodiga e porta a compimento la propria Mission, ce ne sono tanti, la maggioranza. Ho nel cuore e ricordo con tutto il mio affetto il medico che si prese cura di farmi nascere e fu sempre pronto ad alzarsi per i miei mali notturni ai denti o alle orecchie. Non ho in mente il male per quelle estrazioni semmai il suo caldo sorriso e quella manona che accarezzando copriva tutto il mio viso triste.
Non voglio prestare voce a sterili polemiche, ho portato la voce di chi ha vissuto esperienze poco gradevoli. Nella malattia il fisico debilitato ha bisogno, al pari delle cure mediche, di attenzioni, affetto, assistenza morale. Suggerirei senza salire in cattedra, corsi di grande utilità per imparare la comunicazione. In questo specifico caso dev'essere, mirata, attenta e, non di meno educata. Se poi ci si mette il cuore... ma bisogna averlo, corsi non ne conosco.
Non voglio prestare voce a sterili polemiche, ho portato la voce di chi ha vissuto esperienze poco gradevoli. Nella malattia il fisico debilitato ha bisogno, al pari delle cure mediche, di attenzioni, affetto, assistenza morale. Suggerirei senza salire in cattedra, corsi di grande utilità per imparare la comunicazione. In questo specifico caso dev'essere, mirata, attenta e, non di meno educata. Se poi ci si mette il cuore... ma bisogna averlo, corsi non ne conosco.
12 Ottobre 2022
by Rosanna

Un quartiere si risveglia, nessuna differenza dall'imbrunire: luci accese, cemento anonimo e auto che sfrecciano nervose. Sirene e clacson che chiedono strada, le une per tristi motivi, le altre per strane o inutili pretese. Dove corri uomo del mio tempo? Qui le risposte sono difficili.
L'alba nel mio borgo ha tanta poesia, molta di più. Le luci si accendono gradualmente, le case dai bei colori rallegrano il risveglio.
Un presepe che scalda il cuore, la bellissima Chiesa col suo campanile.
Luci ed ombre giocano a rincorrersi tra le fronde e i primi versi sono musica, garruli uccelli, galli puntuali, cani e gatti innamorati.
Chi si reca al lavoro, chi a fare la spesa e studenti rumorosi a frotte imperversano, non sempre entusiasti al suono della campanella. Anche i piccolini accedono alla loro scuola stringendo la manina di mamme e nonne premurose.
Qui nella grande città i bimbi vengono accompagnati in auto, i ragazzi vanno in autobus. E le loro voci non possono rallegrare questo mondo anonimo, frettoloso, disattento.
Difficile il dialogo, diffusa l'insana contestazione, poca capacità di ascolto . Si urlano disagi, idee, a volte stereotipate, sull'onda del sentito dire.
Ribadisco la mia convinzione che i sacrifici per crescere i nostri figli lassù siano stati ripagati.
Luci ed ombre giocano a rincorrersi tra le fronde e i primi versi sono musica, garruli uccelli, galli puntuali, cani e gatti innamorati.
Chi si reca al lavoro, chi a fare la spesa e studenti rumorosi a frotte imperversano, non sempre entusiasti al suono della campanella. Anche i piccolini accedono alla loro scuola stringendo la manina di mamme e nonne premurose.
Qui nella grande città i bimbi vengono accompagnati in auto, i ragazzi vanno in autobus. E le loro voci non possono rallegrare questo mondo anonimo, frettoloso, disattento.
Difficile il dialogo, diffusa l'insana contestazione, poca capacità di ascolto . Si urlano disagi, idee, a volte stereotipate, sull'onda del sentito dire.
Ribadisco la mia convinzione che i sacrifici per crescere i nostri figli lassù siano stati ripagati.
01 Settembre 2022
by Rosanna and Maya
Un'estate creativa e...MIAgolosa !
Miele è la mia micia, i miei genitori l'hanno trovata nel giardino della casa che hanno comprato per sposarsi e l'hanno adottata.
Ha dodici anni, il pelo bianco e gli occhi azzurri come il cielo quand'è sereno.
Quando fa caldissimo Miele si stende lunga sul pavimento della cucina o sui ballatoi, ma se fa freddo viene sul divano vicino a noi e si rifugia sotto le calde coperte.
Quando vede Pepe, il gatto di Emidio, gli soffia per gelosia, però non sempre.
Però se vede una lucertola la rincorre per acchiapparla, a volte riesce a strappare un pezzetto della sua coda e guarda la lucertola che fugge via.
Ha dodici anni, il pelo bianco e gli occhi azzurri come il cielo quand'è sereno.
Quando fa caldissimo Miele si stende lunga sul pavimento della cucina o sui ballatoi, ma se fa freddo viene sul divano vicino a noi e si rifugia sotto le calde coperte.
E' molto affettuosa , giocherellona e fa parte della mia famiglia. Se mangio mi viene accanto sperando di avere un bocconcino che le do quando so che lo può mangiare.
Un giorno ero in giardino, immobile e attenta. Ho guardato e vicino c'era una biscia nera.
Urlavo alla micia di venire via ma lei stava lì. Finalmente si è convinta a rientrare. Miele ama anche il letto dei miei e nel mio ancora non si è abituata.
Si ferma al tappeto colorato e si raggomitola nel morbido. Quando andiamo in vacanza resta a casa con il nostro vicino Emidio che se ne prende cura. A me manca subito la mia gattina e conto i giorni che devo starle lontana.
Quando torno le preparo subito la ciotola con le crocchette che lei divora.
Però se vede una lucertola la rincorre per acchiapparla, a volte riesce a strappare un pezzetto della sua coda e guarda la lucertola che fugge via.
Un giorno Miele è andata in bagno nel secondo piano, dentro la doccia per non essere disturbata. Ogni tanto gioca con la gamba della sedia.
Una volta ha preso un topo grande e acchiappa anche quelli piccoli.
Io a Miele voglio bene, cioè benissimo.
27 Agosto 2022by Rosanna Grandi
08 Luglio 2022by Rosanna Grandi
Una mattina ancora afosa, dopo una notte tropicale, di quelle che quest'anno ci ripropone spesso. Stella, una morbidissima gattina dal vello soffice e folto, non trova refrigerio. Anche il terrazzo ha il pavimento rovente, le piante, i fiori reclamano acqua.
Tutta la famiglia dorme, anzi suda, rivoltandosi nel letto che non offre la consueta accoglienza e neppure ristoro.
Stella si muove, visita le stanze, sale sul tavolo, sui mobili, con garbo, con movenze da equilibrista, ma nessun sollievo . Caldo, caldo, solo caldo. Qualcosa si muove sullo spicchio di cielo che si intravvede tra i palazzi assonnati. Stella comincia la scalata della ringhiera per vedere meglio.
Tutta la famiglia dorme, anzi suda, rivoltandosi nel letto che non offre la consueta accoglienza e neppure ristoro.
Stella si muove, visita le stanze, sale sul tavolo, sui mobili, con garbo, con movenze da equilibrista, ma nessun sollievo . Caldo, caldo, solo caldo. Qualcosa si muove sullo spicchio di cielo che si intravvede tra i palazzi assonnati. Stella comincia la scalata della ringhiera per vedere meglio.
Una zampetta sul cordolo, un'altra sul filo dove si stende e paf... Il volo in cortile, dove silenzio e pace, inconsuenti, ricompensano la pelosetta che si riprende dalla caduta.
Stella è disorientata, ma assapora una libertà che non conosceva. Progetta l'uscita, si guarda attorno, deve solo decidere. Ma in fretta, prima che la città si risvegli.
Meglio il cancello pedonale, ha più spazio sotto e Stella conquista un mondo nuovo, libera come mai prima. Ma presto un rumore di passi, la portiera di un'auto aperta e richiusa, il rombo del motore acceso... Uh! Che paura, che strazio per le orecchie sensibili del felino...quatta quatta si ripara su un finestrocolo della cantina, alla sua altezza.
Un po' di pace.... Ma rieccolo il frastuono di auto in uscita dal cortile, il vociare di bimbi che spalancano i portoni... No è proprio come Stella si era immaginata.
Non è come credeva e la paura si fa più forte al vociare di una coppia che tiene al guinzaglio due molossi. Uno poi sembra interessato a lei che inarca la schiena e raddoppia il volume della coda. Meno male che lo trattiene il padrone, ma Stella si spinge all'interno del davanzale dove il vetro rotto le permette o, meglio, la costringe a planare dentro la cantina. Ora è al sicuro.
Presto, perlustrata la nuova residenza, si accorge di... essere di nuovo reclusa.
Fuori il nemico, dentro grigiore e tristezza. Niente ciotolina consolatoria, niente cestina comoda con giostrina e Palestra... Niente di niente. Così va il mondo cara Stella! Oltre la siepe non c'è sempre il meglio.
Si risveglia la casa di Stella. Prima la mamma, il papà, poi al loro vociare concitato, di chi è preoccupato, anche i bimbi. Scoperta la fuga di Stella tutti a cercare, di nuovo in casa , poi in cortile, sulla strada. Non si trova... Lo sgomento si fa dolore. I piccoli piangono, il papà li incoraggia con gli occhi lucidi. La preoccupazione maggiore è che Stella, avventuratasi sulla Porrettana sia stata investita. E il peso al cuore rende difficile la decisione di andare al lavoro. Resta la speranza che la fuggitiva ritrovi la strada di casa.
- "La troveremo sui gradini davanti al portone" - rassicura la mamma che non vuole mostrare il suo affanno.
Stella è disorientata, ma assapora una libertà che non conosceva. Progetta l'uscita, si guarda attorno, deve solo decidere. Ma in fretta, prima che la città si risvegli.
Meglio il cancello pedonale, ha più spazio sotto e Stella conquista un mondo nuovo, libera come mai prima. Ma presto un rumore di passi, la portiera di un'auto aperta e richiusa, il rombo del motore acceso... Uh! Che paura, che strazio per le orecchie sensibili del felino...quatta quatta si ripara su un finestrocolo della cantina, alla sua altezza.
Un po' di pace.... Ma rieccolo il frastuono di auto in uscita dal cortile, il vociare di bimbi che spalancano i portoni... No è proprio come Stella si era immaginata.
Non è come credeva e la paura si fa più forte al vociare di una coppia che tiene al guinzaglio due molossi. Uno poi sembra interessato a lei che inarca la schiena e raddoppia il volume della coda. Meno male che lo trattiene il padrone, ma Stella si spinge all'interno del davanzale dove il vetro rotto le permette o, meglio, la costringe a planare dentro la cantina. Ora è al sicuro.
Presto, perlustrata la nuova residenza, si accorge di... essere di nuovo reclusa.
Fuori il nemico, dentro grigiore e tristezza. Niente ciotolina consolatoria, niente cestina comoda con giostrina e Palestra... Niente di niente. Così va il mondo cara Stella! Oltre la siepe non c'è sempre il meglio.
Si risveglia la casa di Stella. Prima la mamma, il papà, poi al loro vociare concitato, di chi è preoccupato, anche i bimbi. Scoperta la fuga di Stella tutti a cercare, di nuovo in casa , poi in cortile, sulla strada. Non si trova... Lo sgomento si fa dolore. I piccoli piangono, il papà li incoraggia con gli occhi lucidi. La preoccupazione maggiore è che Stella, avventuratasi sulla Porrettana sia stata investita. E il peso al cuore rende difficile la decisione di andare al lavoro. Resta la speranza che la fuggitiva ritrovi la strada di casa.
- "La troveremo sui gradini davanti al portone" - rassicura la mamma che non vuole mostrare il suo affanno.
E di nuovo a cercarla, chiamandola con tutti i registri comunicativi; la piccola amica non si trova.
La mamma avverte sua sorella che ha ospitato da poco Stella durante le loro vacanze , sperando che il felino sia tornato a visitare l'amico Jek, il gatto della zia.
Natalia controlla la strada, gli spazi, fino alla loro casa.
Giunta sul loro stradello mentre saluta i vicini sente un miagolio. Cerca, perlustra, ascolta e finalmente individua la cantina e intravvede l'ammasso peloso.
Spaventata e affamata si fa prendere e portare a casa dalla zia.
Tutti la reclamano felici. E la libertà perduta non ha più il valore che aveva... Stella visita a turno i familiari strusciandosi al meglio con una narrazione felina che non ha eguali.
14 Giugno 2022 by Rosanna Grandi
07 Giugno 2022by Rosanna Grandi
Diluvia finalmente
Diluvia finalmente.
Ma è un garbato e contenuto scroscio che lava il mondo. Un mondo parecchio sordo.
Le gocce scorrono sui vetri, bagnano la terra arsa. La natura accoglie e trattiene il dono dal cielo. Lo restituirà arricchito e prezioso. Niente è grato per i doni che riceve come madre terra. Solo il popolo indiano ha saputo leggere queste meraviglie e goderne senza arrecare danni. Di quel popolo non è rimasto nulla.
Ancora oggi l'uomo sfrutta, dilapida il patrimonio naturale con l'avidità della cagna famelica di ricordo foscoliano. Dopo la pioggia aspettiamo il sereno. Chissà se tornerà in cielo l'arcobaleno. Sarà ancora capace chi abita la terra nel terzo millennio di godere per tanta ricchezza e di mostrare riconoscenza?
O resta dominante chi predilige la guerra, l'arroganza...e nega il valore della sana, civile convivenza e condivisione... Ho forti timori.
by Rosanna Grandi (scritto nel 2021)
Pro impianto campane
Ma bravi i parrocchiani Montombraresi!
Sì, bravi per rispondere, con impegno e sollecitudine alla raccolta fondi per l'impianto delle campane.
Bello, perchè un paese senza il suono tematico delle campane non ha più identità.
Il silenzio non si addice ai momenti in cui la Comunità condivide gioie e dolori. E la giornata scandita dalle belle suonate che rallegrano il cuore fa sentire meno soli. Adesso abbiamo bisogno tutti di pillole consolatorie. Poi mi viene spontaneo un parallelo: dopo la peste che sterminò i paesani, il popolo per voto fece fondere le campane nel cortile dell'Ara.
E noi potremmo azzardare l'idea di festeggiare la fine del Virus suonando di nuovo le campane a distesa, con un abbraccio collegiale.
23 maggio 2022
Paradossso della pandemia
Dov'è il paradosso?
Udite, udite: la tecnologia aiuta le relazioni umane!
Udite, udite: la tecnologia aiuta le relazioni umane!
Ed io a rimproverare i miei piccolini se usavano troppo l'IPAD...a dire... "basta whatsapp..." ma anche a me che ne ho abusato, quando si poteva parlare, ridere, scherzare con tutti, senza mascherine.
E poi: " Ragazzi, via il telefonino a tavola! Si deve parlare, leggere libri, riviste, disegnare sui fogli, cari bimbi "
Gliel'ho detto fino allo sfinimento.
Ora mi devo ricredere...?
Non capisco bene, semmai cercare il giusto equilibrio, come sempre. Niente va demonizzato a prescindere. Se ne pensi un giusto utilizzo. Cum grano salis... oppure secondo la vecchia regola che ci indica che la Verità sta nel mezzo.
Così chiedo una mediazione. Si faccia un uso onesto ed equilibrato di quei marchingegni che noi, diversamente giovani, abbiamo snobbato, criticato. Forse sull'esempio della volpe che riteneva acerba l'uva per lei irraggiungibile?
Ebbene, per uso onesto intendo che non si propongano oscenità, cioè non sia mai volgare, per equilibrato che sia proprio utile, propositivo. Saprà diffondere conoscenza, esperienze, infondere coraggio, spronare...gli usi sono molteplici, mai come ora ne abbiamo avuto dimostrazione.
Io posso parlare coi miei affetti, vederli sorridere. Scrivere agilmente le mie riflessioni, condividerle e sentirmi meno sola... quindi GRAZIE TECNOLOGIA e tregua pacifica fra noi irriducibili.
Rosanna Grandi
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